ottuT ha scritto: Il concetto è: si potrà dire di tutto ma se piangerete per qualche canzone di questo album, quando avete pianto per le vecchie canzoni l'avete fatto senza capirle e senza capire voi stessi. Pura coincidenza. Perchè quanto a intensità, qui siamo a livello della sigla dei Puffi.
Mah! Premesso che i gusti sono gusti... mi sembra eccessivo e anche pretenzioso dire quello che altri capiscono o meno. Si può amare i Puffi e la Divina Commedia, del resto... se si è consapevoli delle, ovvie, differenze.
Io ho amato follemente (non avrei tatuato la cover di Untitled altrimenti) i primi Sigur Ros, è chiaro. Ma non potevano riciclarsi a vita. O meglio, potevano anche farlo visto che c'è chi bene o male segue la stessa strada più o meno (penso ai Mogwai). Evidentemente non hanno voluto proseguire su quella strada. Da Takk in poi il cambiamento è stato netto e chiaro. Secondo me con alterni risultati: male con Med e bene con Kveikur. Anche GO (che a me piace) testimonia quello che Jonsi ha "nelle corde".
Suppongo sia, alla fine, una questione di gusti, a me la musica proposta (come scrittura, arrangiamenti, suono, etc) su Kveikur piace. Molto. Non giudico un disco in base all'emozione che vorrei ma all'emozione che propone. E' come dire che un disco tecno è brutto perché non fa piangere: non è, semplicemente, il suo scopo! Oltre a questo dubito ci sia un "disco per tutte le stagioni". Ogni disco (o canzone) ha il suo momento. Kveikur, ecco, ha un approccio volutamente e totalmente diverso. E capisco che a molti questa direzione non vada giù, ma secondo me va giudicata per quello che è e non per quello che "doveva" essere.
Cito da una recensione che riassume il mio pensiero:
Sigur Rós have been making music to cry to, to make love to, to meditate or pray or wind down to, music for lonely walks or misty hikes, for sunrise and sunset and solstice, for children to sleep to and people to wake up to (disclosure: 'Hoppípolla' is my alarm tone…) - music to sift into the background, unobtrusive, a wallpaper for the postcard Iceland, beautiful but safe. Well, here’s the flipside, that long Scandinavian winter of frostbite and storms, of frozen rock and suicides, the Northern Lights cast overhead not dancing but shivering, particles undulating sinisterly against blackened skies and all the better for it.Poi, oh, chiaro, si può benissimo pensare che sono finiti e che non sono i veri Sigur Ros. Per me con questo disco hanno dimostrato l'esatto contrario: sono vivi e in forma. E ne sono contento. Mi sembra che il disco, tra l'altro, stia ricevendo anche delle buone recensioni.
Scusate il "lungo pippone" ma Kveikur mi ha riaccesso la
sigurrite acuta!
Ps: a me Hrafntinna emoziona TANTISSIMO.