kveikur

[Fljotavik]

Blu-spec CD
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Introdotto da Sony Music Entertainment, il Blu-spec CD è una particolare tecnica di masterizzazione creata per migliorare la qualità del tradizionale Audio CD.

Invece del classico laser ad infra-rossi viene utilizzato un laser a luce blu (quello dei Blu-ray Disc) per la registrazione dei dati sul CD master. Presumibilmente, il laser a luce blu crea un riversamento dei dati più preciso, causando meno distorsione nella lettura ottica con conseguente migliore qualità audio.

Un Blu-spec CD è tecnicamente solo un normale CD che può essere riprodotto su tutti i lettori CD e non richiede un laser a luce blu per essere letto. Non si tratta di un Blu-ray Disc.

[jonsi house]

Impressione a caldo:
un album di post rock come mille altri, senza infamia e senza lode.
Non fossero i Sigur Ros potrebbe anche rosicchiare la sufficienza.
Siccome sono i Sigur Ros, o quel che ne rimane, il giudizio è negativo.
Non un minimo di poesia , spensieratezza e "allegria".
Non un tocco di magia.
Eh già, sono tra quelli che amano ancora i "vecchi" Sigur Ros, che nostalgico del cazzo eh?
Ma QUELLI erano i Sigur Ros.
Quelli facevano piangere, tremare e star male.
Ora non c'è più nulla.
Kjartan era il cuore del gruppo e il suo addio si sente tutto.
O forse anche lui si è accorto che era tutto finito.


Parlo a quelli che i Sigur Ros li hanno davvero conosciuti, amati e vissuti, ovviamente.

[Mod XXII]

Veramente Kveikur é una delle cose più lontane dal post-rock (che poi vabbé quando mai lo sono stati i SR in tutto e per tutto?) che abbia mai sentito. E' un disco pop-rock diverso da tutto quello che hanno fatto prima ma dentro ci sono senza dubbio i Sigur Ros degli ultimi anni (da Takk in poi). Non sono un altro gruppo, assolutamente. Olsen Olsen, Hoppipolla e Fljótavík sono la prova che hanno sempre guardato (anche se erano singoli episodi) con interesse anche alla forma canzone "più classica".

Kveikur é un disco fresco e diretto, che suona potente e che, per la prima volta, alza l'asticella del "rumore". E' un disco in cui la batteria - evviva! evviva! evviva! - è la costante e il filo conduttore di un viaggio in terreni inesplorati, meno eterei e più "umani". Le canzoni ci sono, almeno cinque (su nove, eh!) sono grandissime canzoni. La magia, anche questa volta c'è, solo non che non è né blu nè verde. E' rossa coma la lava e nera come il carbone.

Per me, come dicono i gggiovani, è un sì.

(Ho ascoltato il disco almeno 10 volte. E' sicuramente 100 volte meglio di Med. Di Valtari non saprei, sono troppo diversi.)

[Fljotavik]

per me é un sì

ModXII dì la verità che sei la Maionchi!

[Mod XXII]

per me é un sì

ModXII dì la verità che sei la Maionchi!

Ti giuro che non so da dove nasce. Cioè si, ma non da quale talent di preciso.
NON LI VEDO! LO GIURO!

Spero il disco ti piaccia quanto sta piacendo a me. Io ancora ricordo la grossa, enorme, delusione per Med.
E' proprio brutto quando un disco tanto aspettato delude.

Ah, vorrei anche dire che sì, Isjaki nel disco ci sta parecchio bene.

[jonsi house]

(Ho ascoltato il disco almeno 10 volte)

Ecco, ascoltalo l'undicesima.

[Fredjonsi]

Non ho intenzione di ascoltarlo in anteprima.
Ancora non so cosa aspettarmi da questo album, ma ad occhio e croce penso che sarà comunque meglio di med.

[Mod XXII]

(Ho ascoltato il disco almeno 10 volte)

Ecco, ascoltalo l'undicesima.

Dici? Sono al dodicesimo ascolto: ancora niente post-rock.
Avrò sbagliato album!?!

[Fljotavik]

...che poi vabbé quando mai lo sono stati i SR in tutto e per tutto?

In tutto per tutto no, ma post-rock lo sono stati eccome!

[Mod XXII]

...che poi vabbé quando mai lo sono stati i SR in tutto e per tutto?

In tutto per tutto no, ma post-rock lo sono stati eccome!

Certo, all'inizio, i brani (la maggior parte) erano molto lunghi, eterei, dilatati e con "esplosioni" improvvise, come da manuale post-rock. Ma c'era, da subito, anche altro. Penso, appunto, a Olsen Olsen, Starálfur o addirittura all'acustica Ágætis byrjun. Questo per dire che Hoppippolla (o Kveikur) non é nata all'improvviso, ma è figlia di qualcosa che c'é sempre stato.

In ogni caso Kveikur, pur essendo molto melodico, direi che si muove in altre zone: ha un sound più dark e ritmato rispetto al solito.

Io sono molto molto soddisfatto. Certo non é ( ) ma non credo sia possibile (ne vorrei mai!) ripetere un disco del genere. Mi è bastata Festival (brrr) come reciclo.

[ottuT]

Sul discorso post-rock o meno, la spiegazione di Mod non fa una grinza.

Per il resto, nell'attesa che Max e gli altri ascoltino, cito in grassetto le grosse verità di jonsihouse

Impressione a caldo:
un album di post rock come mille altri, senza infamia e senza lode.
Non fossero i Sigur Ros potrebbe anche rosicchiare la sufficienza.
Siccome sono i Sigur Ros, o quel che ne rimane, il giudizio è negativo.
Non un minimo di poesia , spensieratezza e "allegria".
Non un tocco di magia.
Eh già, sono tra quelli che amano ancora i "vecchi" Sigur Ros, che nostalgico del cazzo eh?
Ma QUELLI erano i Sigur Ros.
Quelli facevano piangere, tremare e star male.
Ora non c'è più nulla.
Kjartan era il cuore del gruppo e il suo addio si sente tutto.
O forse anche lui si è accorto che era tutto finito.
Parlo a quelli che i Sigur Ros li hanno davvero conosciuti, amati e vissuti, ovviamente.

Il concetto è: si potrà dire di tutto ma se piangerete per qualche canzone di questo album, quando avete pianto per le vecchie canzoni l'avete fatto senza capirle e senza capire voi stessi. Pura coincidenza.
Perchè quanto a intensità, qui siamo a livello della sigla dei Puffi.

ps: questo mio post è esteticamente illeggibile, scusate.

[Fljotavik]

A proposito di post-rock, quanto avrei voluto un'album che assomigliasse alle tracce contenute in ný batterí EP "bíum bíum bambaló" e "dánarfregnir og jarðafarir". Quelle sì che erano esplosioni vere e proprie, quelle sì che erano dark, non c'era il ritmo, non serviva, non ci voleva. Erano ancestrali, cupe, terrene-ultraterrene e profondamente islandesi.

[Mod XXII]

Il concetto è: si potrà dire di tutto ma se piangerete per qualche canzone di questo album, quando avete pianto per le vecchie canzoni l'avete fatto senza capirle e senza capire voi stessi. Pura coincidenza. Perchè quanto a intensità, qui siamo a livello della sigla dei Puffi.

Mah! Premesso che i gusti sono gusti... mi sembra eccessivo e anche pretenzioso dire quello che altri capiscono o meno. Si può amare i Puffi e la Divina Commedia, del resto... se si è consapevoli delle, ovvie, differenze.

Io ho amato follemente (non avrei tatuato la cover di Untitled altrimenti) i primi Sigur Ros, è chiaro. Ma non potevano riciclarsi a vita. O meglio, potevano anche farlo visto che c'è chi bene o male segue la stessa strada più o meno (penso ai Mogwai). Evidentemente non hanno voluto proseguire su quella strada. Da Takk in poi il cambiamento è stato netto e chiaro. Secondo me con alterni risultati: male con Med e bene con Kveikur. Anche GO (che a me piace) testimonia quello che Jonsi ha "nelle corde".

Suppongo sia, alla fine, una questione di gusti, a me la musica proposta (come scrittura, arrangiamenti, suono, etc) su Kveikur piace. Molto. Non giudico un disco in base all'emozione che vorrei ma all'emozione che propone. E' come dire che un disco tecno è brutto perché non fa piangere: non è, semplicemente, il suo scopo! Oltre a questo dubito ci sia un "disco per tutte le stagioni". Ogni disco (o canzone) ha il suo momento. Kveikur, ecco, ha un approccio volutamente e totalmente diverso. E capisco che a molti questa direzione non vada giù, ma secondo me va giudicata per quello che è e non per quello che "doveva" essere.

Cito da una recensione che riassume il mio pensiero:

Sigur Rós have been making music to cry to, to make love to, to meditate or pray or wind down to, music for lonely walks or misty hikes, for sunrise and sunset and solstice, for children to sleep to and people to wake up to (disclosure: 'Hoppípolla' is my alarm tone…) - music to sift into the background, unobtrusive, a wallpaper for the postcard Iceland, beautiful but safe. Well, here’s the flipside, that long Scandinavian winter of frostbite and storms, of frozen rock and suicides, the Northern Lights cast overhead not dancing but shivering, particles undulating sinisterly against blackened skies and all the better for it.

Poi, oh, chiaro, si può benissimo pensare che sono finiti e che non sono i veri Sigur Ros. Per me con questo disco hanno dimostrato l'esatto contrario: sono vivi e in forma. E ne sono contento. Mi sembra che il disco, tra l'altro, stia ricevendo anche delle buone recensioni.

Scusate il "lungo pippone" ma Kveikur mi ha riaccesso la sigurrite acuta!

Ps: a me Hrafntinna emoziona TANTISSIMO.

[jonsi house]

Perchè quanto a intensità, qui siamo a livello della sigla dei Puffi..

Ecco.
Poi oh, ognuno è libero di farsi piacere questo album per non svegliarsi dal sogno che i Sigur Ros esistono ancora, ma la realtà fredda e cruda è questa.
Financo (?) Von era di un altro pianeta.
Ripeto, buone canzoni se non si trattasse di un gruppo che di canzoni non è mai fatte.
Discreti brani immediati e ballabili (??) se non si trattasse di un gruppo che non ha mai guardato nemmeno di striscio all'immediatezza e alla ballabilità (??).
I Sigur Ros erano i Sigur Ros.
Se volevo un disco pop rock (ok, lasciamo stare il post rock) con le chitarrone e le batterie ce ne sono a centinaia.

[Mod XXII]

e non si trattasse di un gruppo che non ha mai guardato nemmeno di striscio all'immediatezza e alla ballabilità (??).

Non è vero. L'unico disco (e anche qua ci sarebbe da discuterne) in cui non c'è traccia di immediatezza è ( ). Sæglópur è immediata, c'è la batteria e c'è ritmo. C'è qualcosa di più immediato di Hoppipolla? Di Med nemmeno ne parlo, è pieno di cose immediate. Kveikur è un punto di arrivo di una strata che avevano già, bene o male, intrapreso. Ma, nel suo piccolo, è totalmente diverso.

Che centra la ballabilità? E' un disco ballabile Kveikur? Non direi proprio.

Se volevo un disco pop rock (ok, lasciamo stare il post rock) con le chitarrone e le batterie ce ne sono a centinaia.

Vabbè, il fatto che non interessa a te (ne tantomeno il fatto di esser più accessibile) non ne pregiudica la qualità.