Moderatori: sigurlotus, Ala Nera
Sigur Ros, emozioni glaciali
La band islandese coinvolge il pubblico di Jesolo con uno show tra luci e video. Il palco si trasforma in un bosco abitato da decine di lucciole
Un ghiacciaio artico, candido e silenzioso, da cui improvvisamente si stacca un blocco di ghiaccio che va ad incontrare l'acqua, dopo il fragore rotolante di un'improvvisa caduta. Raccontare un concerto con le parole è sempre difficile, figuriamoci una musica inclassificabile e inclassificata come quella dei Sigur Ros. Possono così essere più efficaci delle immagini, in linea con una filosofia sonora fatta di rumori e suoni, oltre che di note, canti e lingue immaginifiche (l'“hopelandic” cantato da Jonsi) o strumenti reinventati (la chitarra suonata con l'archetto). Filosofia sonora che non può essere disgiunta (tanto più nel live) da un fortissimo apparato visivo: luci, immagini e filmati, che diventano parte integrante e imprescindibile dello show. Una lunga premessa per sottolineare come lo show dei Sigur Ros di lunedì al PalaArrex di Jesolo, Venezia, sia stato un vero incanto emozionale.
Già ben prima dell'inizio del concerto una musica sottile diffusa dagli altoparlanti predispone i 5mila presenti ad accogliere al meglio quel rito pagano celebrato dalla band islandese. Puntualissimi, 21.30, lo spettacolo inizia. E già toglie il fiato. Un telo sottile divide pubblico e band che si intravede appena grazie a giochi di luce (oltre ai tre membri della band ci sono altri 8 musicisti sul palco). Il telo per le prime tre canzoni diventa schermo su cui si proiettano immagini legate ad un universo concettuale che ruota attorno al tempo e alla natura. L'inedito “Yfirborð” apre la scaletta, poi “Lagið ì gaer” e “Vaka”. “Thank you” sussurra appena il cantante e leader della band Jonsi Birgisson che sul palco dialoga con gli altri due sodali Georg Hólm basso, xilofono, tastiere e Orri Páll Dýrason, batteria, percussioni e tastiere. Al nucleo centrale della band si aggiungono poi tre archi, tre fiati e due multistrumentisti. L'ultimo singolo di “Valtari”, “Brenninsteinn”, ricorda come la band stia navigando verso sonorità più secche, crude, meno rotonde, il batterista pesta tamburi con pelli non tirate per regalare un suono selvaggio e irreale. Un'incantevole “Sæglópur”, rafforzata da visual ad alta definizione che sovrastano il palco, sembra la cura per mali dell'animo.
Il palco poi si trasforma in un bosco immacolato e tra i musicisti, si accendono decine e decine di piccole luci, come fossero lucciole che volano a mezz'aria: dalla platea si alzano in centinaia i telefonini che, nella loro tremolante luminescenza, diventano continuazione del palco. La “Natura”, quella con la “n” maiuscola diventa santuario pagano per “Olsen Olsen” e “Fljótavík”, selvaggia e spaventevole per “E-bow”. La forma è (anche) sostanza in un concerto dei Sigur Ros, scene e luci per “Varúð” e, ancora più per il medley “Hoppípolla” e “Með Blóðnasir”, amplificano l'impatto sul pubblico, totalmente immerso nel muro di suoni e nelle evoluzioni della voce celestiale di Jonsi, strumento tra strumenti. Altro inedito “Kveikur”, con suoni più rudi, quasi industriali, e il gran finale con “Glósóli” brano “in crescendo” che si lancia in una nota tenuta all'infinito capace d'accompagnare la band fuori dal palco. Nei bis “Svefn-g-englar”, un'altra canzone inedita “Hrafntinna”, piatti e campane, ferro e ruggine, e la suite conclusiva di “Popplagið”, liberatoria, quasi catartica nella sua escalation. Gli applausi entusiastici richiamano sul palco la band islandese che si inchina, come al termine di una rappresentazione teatrale. Lo show di Jonsi & Co, sarà portato in scena anche martedì 19 febbraio al Forum di Assago, Milano, e sono già fissate le date del ritorno estivo della band: 26 luglio Ferrara, 27 Lucca e 28 Roma
Fljotavik ha scritto:
"L'ultimo singolo di “Valtari”, “Brenninsteinn”, ricorda come la band stia navigando verso sonorità più secche"
Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/19-febbraio-2013/sigur-ros-emozioni-glaciali-2114087220737.shtml
ottuT ha scritto:Fljotavik ha scritto:
"L'ultimo singolo di “Valtari”, “Brenninsteinn”, ricorda come la band stia navigando verso sonorità più secche"
Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/19-febbraio-2013/sigur-ros-emozioni-glaciali-2114087220737.shtml
Certo. Come no.
Fljotavik ha scritto:ottuT ha scritto:Fljotavik ha scritto:
"L'ultimo singolo di “Valtari”, “Brenninsteinn”, ricorda come la band stia navigando verso sonorità più secche"
Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/19-febbraio-2013/sigur-ros-emozioni-glaciali-2114087220737.shtml
Certo. Come no.
Beh intanto io ho riportato un'articolo non scritto da me ovviamente e non ho detto di essere pienamente d'accordo col suo contenuto. Poi c'è un errore, perchè “Brenninsteinn” non fa parte di Valtari. Come ho già detto di “Brenninsteinn” mi piace la parte iniziale, quella batteria ossessiva e marziale, mentre la "deriva" dance centrale mi fa dimenticare del tutto i Sigur Ros. Certo il loro suono, non è del tutto cambiato, ma ci stiamo avvicinando. Forse
Fljotavik ha scritto:ottuT ha scritto:Fljotavik ha scritto:
"L'ultimo singolo di “Valtari”, “Brenninsteinn”, ricorda come la band stia navigando verso sonorità più secche"
Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/19-febbraio-2013/sigur-ros-emozioni-glaciali-2114087220737.shtml
Certo. Come no.
Beh intanto io ho riportato un'articolo non scritto da me ovviamente e non ho detto di essere pienamente d'accordo col suo contenuto. Poi c'è un errore, perchè “Brenninsteinn” non fa parte di Valtari. Come ho già detto di “Brenninsteinn” mi piace la parte iniziale, quella batteria ossessiva e marziale, mentre la "deriva" dance centrale mi fa dimenticare del tutto i Sigur Ros. Certo il loro suono, non è del tutto cambiato, ma ci stiamo avvicinando. Forse
carlomatt ha scritto: vedo che sei uno di quelli che non riescono a vivere senza sparare una stronzata ogni tanto.
carlomatt ha scritto: vedo che sei uno di quelli che non riescono a vivere senza sparare una stronzata ogni tanto.
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