Credo che degli experiments questo sia il più riuscito (escludo quello realizzato da Dario per conflitto d'interessi
)
Forse perchè, paradossalmente, dà l'impressione di essere un progetto già studiato e realizzato nella testa del regista a prescindere dalla canzone. Qualcosa che esisteva, concettualmente almeno, e che ha semplicemente indossato il vestito musicale che gli apparteneva. Un uomo è perso e la sua testa parla "Lost. I've lost my way". Non ci è dato a sapere il perchè. Sta passeggiando immerso in una brughiera che sembra uscita da un libro di Jane Austen. La natura, facciamocene una ragione, è nel sentiment generale strettamente correlata a qualsiasi cosa coinvolga i nostri islandesi. L'uomo ha smarrito se stesso più che la strada. Attorno erba verde, alta, umida e rigogliosa. In sottofondo la voce di Jonsi respira fuori a ripetizione
irreale, irreale, irreale. L’incontro. L’uomo ad un tratto scorge una lumaca. Jonsi sospira
tu sei apparsa a me e a nessun altro ....Ed inizia un dialogo surreale. Non tanto perchè avviene tra un
bogòn e un essere umano quanto per il fatto che il mollusco (al quale dovrebbe essere già evidente lo stato confusionale dello stropicciato protagonista) gli chieda "Do you want to guide me out of there?". Non ha paura. Lo dice chiaramente. Perciò, raccolta delicatamente da terra, si posa morbida e sbavosa sulla spalla del suo inconsapevole Caronte che le chiede dove sia diretta. Sono sulla strada di casa, mio caro.
Tu sei apparsa a me e a nessun altro. Improvvisamente il bosco s’infittisce assumendo quell’atmosfera tipica che precede l’avvento di qualcosa di spiacevole. L’uomo stesso si chiede perché le cose debbano sempre cambiare. Si guarda attorno confuso, perso come era poco prima. Ma, lo ripete a se stesso, non vuole più essere solo. Grida sinistre fanno eco ovunque e, improvvisamente, un ringhio rabbioso. E sofferente. Il bosco non è più un posto piacevole dove smarrirsi. Una volpe ferita lo guarda negli occhi spaventata e sulla difensiva. Poi, dolorosamente, si accascia. “Non avere paura” bisbiglia la chiocciola mentre l’uomo s’interroga “I don’t know what I should do?” Una domanda che ha percorso miliardi di cervelli in altrettante epoche e situazioni. La volpe è lì, sanguinante, soffre ma rimane impavida davanti a quell’individuo ... essere appartenente alla stessa razza che l’ha probabilmente ferita. Un nemico. Ma rimane ferma davanti a lui. Il vento accarezza le cime degli alberi scompigliando le foglie più alte del bosco. “Be brave, little one, be brave” la conforta la lumaca. E mentre il vento soffia sempre più forte, dal fruscio luminoso emerge la voce di Jònsi
abbiamo trattenuto il respiro finchè potevamo resistere … L’uomo raccoglie dolcemente l’animale e lo appoggia adagio sulle sue braccia mentre il sangue impiastriccia le sue mani e i suoi vestiti. S’incammina fuori dal bosco e finalmente si acquieta sopra le radici di un albero maestoso con la volpe acciambellata su di sé. “Dormi. Dormi” dice suadente la lumaca “quando ti sveglierai io sarò andata”. E mentre se ne va lentamente per la sua strada, verso il suo prossimo destino ….
Abbiamo chiuso gli occhi, tenendo le mani sopra le nostre orecchie e non sentivamo alcun suono. Respira piano, i battiti del cuore, trattieni il respiro e tuffati. E viaggia. “Sleep!”. La volpe è morta e si sta rapidamente decomponendo. L’uomo continua a dormire. “Look around!” E mentre una nuova storia trova inizio appollaiata sopra il ramo di un albero, una è finita per sempre e lo sguardo di un uomo verso un firmamento luminoso ci fa sperare nel preludio di una nuova strada da percorrere.
Trovo che sia stato un bel modo di interpretare il mood della canzone e allo stesso tempo racconta una storia. Non c’è molto, a mio parere, da interpretare. Io mi sono lasciato cullare. Poco importa se a dirlo è una lumaca. “Be brave and look around”. Tante storie ci attraversano la strada, a volte anche l’anima. Perdiamo cose e persone. A volte per sempre. Ma rimane lo spirito: chiudi gli occhi, ascolta i battiti del tuo cuore, trattieni il respiro e tuffati. Il viaggio non si fermerà nemmeno quando ti sdraierai per sempre sotto un albero maestoso.