Biophilia non è un album di facile accesso, non è immediato, risulta ostico ad un approccio iniziale e richiede necessariamente diversi ascolti. Nonostante venga concepito come primo app-album della storia, dove ogni traccia è associata ad una applicazione per i-pad io volevo soffermarmi sull’aspetto musicale. E’ il progetto forse più ambizioso di Bjork, gli arrangiamenti spesso risultano essenziali, ma non per questo privi di ricercatezza e fascino. Bjork si è inventata e ha commissionato la costruzione di strumenti bizzarri e particolari: il gameleste ibrido tra la celesta e l’indonesiano gamelan (Crystallyne), il tesla coil una gigantesca bobina di tesla generatrice di scariche elettriche (Thunderbolt), lo sharpsichord a metà strada tra carillon e arpa, due pendoli gravitazionali che generano la melodia di “Solstice”. E mentre in Homogenic la struttura musicale è sorretta dagli archi, in Vespertine dai microbeat e dai cori, in Medulla dalle sole voci, in Volta dagli ottoni delle Wonderbrass, in Biophilia è l’organo a farla da padrone. E’ un’organo a canne particolare controllato dall’i-pad, che dà all’intero lavoro un suono cupo, oscuro, cerebrale accompagnato a detta di tutti da liriche tra le più belle della sua intera discografia. Non è certamente il suo capolavoro, rimanda molto a Vespertine e Medulla avendo come concept il rapporto natura-tecnologia a lei molto caro, in tutti i suoi aspetti dall’atomico al cosmico. Ancora una volta Bjork non vuole essere commerciale, non vuole piacere a tutti i costi, vuole solo fare la musica che le piace al costo di farla solo per se stessa. E’, e rimane, un’artista che sa toccare nell’ascoltatore quelle corde emotive che difficilmente vengono allo scoperto. Non è, come molti (stupidi) pensano solo una pazza che gira col parruccone.
Io lo sto ascoltando da 15 giorni, ci sono delle canzoni che amo alla follia (Mutual core, Moon, Cosmogony) e altre che devo ancora capire fino in fondo. Non sono deluso però, perchè so che quest'album crescerà ad ogni ascolto, e che ogni volta che l'ascolterò cercherò di trovarne una nuova chiave di lettura.
Per ora posso dire grazie Bjork