Moderatori: RhumOnTheTable, Ala Nera
ottuT ha scritto:Una volta ho conosciuto un tizio che diceva di sapere cosa fosse la filosofia.
Epicuro è fico però solo il primo album e qualcosa del secondo, la svolta elettro non l'ho digerita. Forse è un mio limite, non so.
sebas ha scritto:Pascal parla di una "scommessa" di fede,
sebas ha scritto:Kierkegaard di un'angoscia generata dalla scelta di una vita religiosa).
sebas ha scritto:Allora Kierkegaard visse un'esistenza sempre sospesa e provvisoria. Ad esempio non riuscì mai a sposarsi o a prendere decisioni importanti perché era tormentato dallo spettro del dubbio. Kierkegaard non basa la filosofia sulla "necessità", come Hegel (che è molto rigido: le cose sono così e basta), ma sulla "possibilità". E siccome tutta la vita è possibilità, vuol dire che a ogni "possibilità-che-sì" corrisponde una "possibilità-che-no", cioè tutto è in dubbio, tutto ciò che può essere potrebbe invece non essere. Di qui l'angoscia: "L'angoscia è la vertigine della libertà" dice Kierkegaard, cioè l'angoscia è quel sentimento che nasce nell'uomo che si trova costantemente davanti alle infinite possibilità: proprio il fatto che l'uomo sia libero fa sì che sia eternamente angosciato. Ora, la vita religiosa, per Kierkegaard significa rinunciare alle leggi etiche dell'uomo per aderire a quelle di Dio. Lui era molto credente e vedeva nella fede l'unica via di salvezza dall'angoscia: eppure la fede è la più grande contraddizione, perché si potrebbe pensare che l'uomo "sceglie" di credere, ma se crede vuol dire che crede in un Dio che, creatore di tutto, gli ha donato anche la fede, dunque la fede non è "scelta" ma "donata". E proprio in questo paradosso Kierkegaard scioglie l'altro paradosso, quello dell'angoscia.
sebas ha scritto:Scusa se sono stato prolisso, spero tu abbia capito anche se immagino non lo apprezzeresti molto (siamo su correnti opposte)
carlomatt ha scritto:Stavolta devo dare ragione ad Ottut: Epicuro è l'unico filosofo che abbia detto qualcosa di sensato. Gli altri, da Platone ad Aristotele, da Cartesio ad Hobbes, da Kant ad Hegel, da Kierkegaard a Heidegger...dù palle!!!
Andy ha scritto:Io fin da piccolo studiavo la tavola di Protagora.
Detto questo ringrazio il SIgnore di averci regalato Sebas e Julien D. per aver inalzato il livello medio delle nostre discussioni fino all'Iperuranio. Personalmente pur avendo fatto il classico ricordo solo i primi greci, che corrispondono agli unici mesi di liceo in cui ho studiato. Mi sono sempre ridetto di approfondirli, prima o poi.
Quando ho deciso di farlo mi sono accorto di aver venduto il libro.
Ah, ricordo anche che mi piaceva il prosciutto di Parmenide.
la abolirei senza problemi se non fosse per le carte che ti da. E' solo un lungo tormento di autorità e comunitarismo dittaturiale.
Julien D. ha scritto:hai detto una cosa giustissima invece... quale cazzata?
Il fatto è che per chi ci governa non va bene, perchè loro IMPONGONO la loro modalità.
In effetti la valutazione non ha senso, perchè ognuno dovrebbe sviluppare il proprio apprendimento, ognuno ha un percorso diverso. La valutazione dovrebbe essere finale per stabilire chi all'interno di un certo ambito ha dei meriti "reali".
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