Jònsi, magia e incanto
la Nuova Ferrara — 24 luglio 2010 pagina 39 sezione: CULTURA E SPETTACOLI
FERRARA. Con Jònsi ‘Ferrara Sotto Le Stelle’ si è confezionata un vestito fatto di magia e incanto. La magia di una voce che i fan dei Sigur Ros già conoscevano bene per averla ascoltata in decine di brani confezionati dall’innovativo gruppo islandese, sapendone ben apprezzare l’alternanza tra la grazia del timbro naturale e la peculiarità di un falsetto alieno ed etereo che il cantante della band sa utilizzare come uno strumento. L’incanto di una scenografia che accompagna la musica con la forza evocativa di luci sapientemente dosate e immagini proiettate su un telo di sfondo, dove scorrono animali, foreste, incendi e tempeste. Uno spettacolo totalizzante, che l’altra sera in piazza Castello ha lasciato a bocca aperta tremila spettatori. Visti gli spendidi risultati, ben vengano disimpegni temporanei come quello di Jonsi dalla sua formazione d’origine per dedicarsi da solista, assieme ad altri eccellenti compagni di viaggio, allo sviluppo di una creatività che trova grande aderenza con lo stile inconfondibile dei Sigur Ros, ma al tempo stesso ne espande gli orizzonti. Jonsi assieme alla sua attuale band - fra cui spicca la genialità percussiva del batterista dei Múm, Samuli Kosminen - non rinuncia alle atmosfere estatiche di certa produzione targata Sigur Ros, ma i tempi in cui tale clima si stempera sono notevolmente ridotti e, soprattutto, l’arricchimento orchestrale è sontuoso, e vivacemente vario. Un clima nel quale si è entrati con gradualità nel corso del concerto. Dopo una parentesi folk rock con il cantautore italiano The Niro, che ha avuto l’onore di aprire la serata con le sue song per poco più di mezzora, l’entrata solitaria di Jonsi e della sua chitarra sul palco ha ammutolito i presenti, subito concentrati nell’ascolto della poetica ‘Stars In Still Water’. Quindi l’ingresso discreto del resto della band per le altrettanto discrete ‘Hengilás’ e ‘Iccicle Sleeves’. Ma è a partire da quel meraviglioso affresco di ‘Kolnidur’, una delle migliori tracce dell’album ‘Go’, che il concerto prende la strada di un crescendo entusiasmante. Ma le emozioni sono solo all’inizio. La soave delicatezza del falsetto di Jonsi in ‘Tornado’ ci riporta all’incanto della migliore produzione Sigur Ros e per un attimo appare chiaro che l’artista, in questa sua avventura solista, rappresenta un’estensione-variazione non troppo lontana dalla cifra espressiva della band di Reykjavik. Si arriva così al lato più ritmato e frizzante del concerto, quando Jonsi e compagni attaccano in successione ‘Go Do’, ‘Boy Lilikoi’ e ‘Animal Arithmetic’, tre perle musicali fra le più orecchiabili sottolineate ancora una volta da sfavillanti immagini che rapiscono i sensi. Un’esperienza impressionante, che raggiunge il suo apice nell’ultimo dei bis proposti, ‘Grow Till Tall’. Il sigillo perfetto a una serata che ha mostrato come con la musica si possa fare non solo intrattenimento, ma arte allo stato puro. - Mauro Alvoni