CALCIO: DERBY A REYKJAVIK, SOTTO VULCANO BOATI DI GIOIA/ANSA E TERRA
VICHINGA DIVENTA PROVINCIA IMPERO ROMANO (ANSA) - REYKJAVIK, 18 APR -
«Che ce frega der vulcano, noi c’avemo totti gol, totti gol...». La fede è fede, ovunque.
Anche a Reykjavik, in un pub a 3500 km dall’Olimpico a un passo dall’eruzione
che sta bloccando tutt’Europa. Stavolta a far tremare la terra non è stato il vulcano
ma i boati di gioia di un gruppetto di romanisti doc, davanti alla tv con scarpetta
d’ordinanza, trapiantati nel profondo nord. Tra loro alcuni studenti di Erasmus e
distinti professionisti trascinati qui dall’amore per le loro mogli islandesi.
Si riuniscono settimanalmente, come capita a tutti i giallorossi sparsi per il
mondo. Ma anche loro sanno che questo è il derby dei derby. Si parte male ma
nessuno perde la fiducia. Poi, ci si diverte.
Primo boato scoppia al rigore mancato della Lazio, poi altri due per i centri di
Vucinic. Urla che hanno impressionato i clienti del locale, pur sempre tifosi ma a
cui non era capitato di vedere tanta passione e tanta sofferenza. Ma il derby è
derby, anche qui, e questo pomeriggio, un angoletto della capitale più settentrionale
del mondo, attorno al circolo polare artico è diventato testaccio.
E quando l’arbitro ha fischiato la fine è scattata la ’torcidà giallorossa. E la terra
dei vichinghi, per una manciata di minuti è diventata una provincia dell’ impero
romano e romanista. Brindisi e cori subito strozzati in gola.
Perchè qui in Islanda come a Roma regna la scaramanzia e domina lo stesso
mantra dell’imperatore Claudio: ’non abbiamo ancora fatto nientè. Il telecronista
inglese di Espn, il canale via cavo che la trasmetteva in alta definizione, non è Carlo
Zampa - speaker giallorosso dell’Olimpico - e dice «Dai Roussi», invece di Capitan
Futuro. Ma poco importa al gruppetto di lupacchiotti del profondo nord, che come
husky impazziti hanno festeggiato per strada il controsorpasso sull’Inter.
I colori del derby capitolino ricordano molto quelli del selvaggio paesaggio
islandese, una terra sempre in bilico tra il rosso del fuoco e il bianco-celeste delle
nevi eterne. E anche il trionfo dei ragazzi di Ranieri sembra essere una metafora
dell’alluvione che ha colpito una parte disabitata dell’Isola.
La natura ha le sue regole e i suoi elementi possono convivere per millenni. Ma
quando scoppia la lava rossa, i ghiacciai soccombono, si sciolgono, scompaiono, si
fanno a pezzi e franano a valle liquefatti.