Seabear

Non solo Sigur Ros e Bjork, l'Islanda è una terra ad altissima concentrazione musicale e artistica!

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Seabear

Messaggioda Fljotavik » sab set 05, 2009 5:57 pm

Quando la generation cute sembra aver scoccato l’ultima freccia arriva il nuovo gruppo giocattolo abbacinato dal sole tra suonini e animaletti. Pensate alle Cocorosie country (ma senza cinismo). A Sufjan Stevens nell’isola dei geyser. Irresistibili Seabear.

Orsi di mare e di terra. Terre fredde e lingue calde. Ti limonano nell’orecchio quando meno te le aspetti, strappano un ricordo e non escono più dalla testa. Vengono dalla casa di chi hai pensato di lasciar stare per un po’. Ritorni a casa e non vuoi uscirne più. Ci ritrovi la freschezza e l’immediatezza. Respiri aria senza nicotina e biosssidi. Parliamo dei Seabear, o meglio di Seabear, un ragazzo con un contratto di tre dischi con la Morr che rimetterà in sesto la label a suon di carezze british folk e intarsi chamber, appeal da orchestrina sulle nuvole e tanto pop al sole nella miglior tradizione indie. A cesello: le canoniche carinerie (campanellini, panna elettronica) della Generation Cute (Krúttkynslód in islandese), quella che ha reso inconfondibile il sound di molte band attuali, dagli Architecture In Helsinki fino ai Parenthetical Girls, passando per certo sound islandese. Perché, chiaro, vengono da Reykjavik i ragazzi della crew, e non sono né i nuovi Múm (anche se Orvar ospite qui è membro di là), neanche i nuovi Sigur Rós (anche se Eiki suona lì e qua), o i cugini dei Benni Hemm Hemm (con Ingi e Dori anch’essi divaricati). I Seabear sono sostanzialmente la creatura di Sindri Màr Sigfùsson, occhi azzurri e classe ottantadue giù di lì, più arrangiatore che autore e innamorato del sempiterno spirito Sixties (Drake, Dylan che riecheggiano) e di Waits (anche non rientrerà nel sound), in particolare di certo solitario country pop, e dell’anima più gentile delle orchestrine da strada come no (Sufjan Stevens, Jens Lekman), del sound dei vecchi vinili e delle registrazioni casalinghe dove un sacco di gente suona davanti a un unico microfono postato ad hoc sul comodino.

Il Re della convenienza è, ancora una volta, il sapore di casa, il background americano (la fisarmonica a bocca, il violino a volte usato a mo’ di feedle band, il banjo) e soprattutto quello classico europeo (gli archi, la compostezza arrangiativa), un’impronta classica e un poco di magico Newsom saldamente e confortevolmente popular. Prendete il nuovo singolo Hands Remember contenuto nell’esordio The Ghost That Carried Us Away, indiepop in triangolazione: melodia geyser placida e vaporosa, drum machine canonica e un violino in un sottobosco di polverine con coda cameristica. È un sound che t’avvolge eppure resta racchiuso in un proprio mondo, un puzzle fatto di dolci giunture che s’annodano alla melodia.

Prima del presente che vi raccontiamo, la storia non è poi lunga. C’è un album: I’m Me On Sundays disconosciuto e disponibile (di sgamo) solo su peer to peer, come ci confessa Sindri via mail. Passiamo dunque al 2004 quando gli viene chiesto di aprire per il concerto berlinese dei The Books in quella che per lui è la prima esperienza fuori porta. Il ragazzo si porta due amici con sé ed è a quel punto, in tre, che il progetto parte. Loro sono Guggý (Gudbjorg Hlin Gudmundsdòttir), una violinista d’estrazione classica, e Orn, chitarrista sereno e leggero. Assieme il trio dà vita a Singing Arc EP (Smekkleysa, 6.0/10), una manciata di folk song rigorosamente lo-fi immerse in un caratteristico contorno di povere raffinatezze. Nulla di imprescindibile ma il portamento, come lo si sente in Singing Arc c’è. C’è quella voce da alternative countryman surreale, una leggerezza profonda à la Drake e il guizzo di un Barrett (“You fall asleep on the phone / Cause the spiders won't leave you alone / Now there's gravel in my head / Birds sleep in my bed”). C’è inoltre, e cattura, il canto in dormiveglia quasi Sparklehorse in I Need A Home For My Hands And Head, oppure il pianismo solenne (ma dimesso) di Robin Sparrow, oppure ancora la posa un pochino prosaica di un Lekman/Wainwright in Drunk Song (che culmina in un calcolato rumorismo). Bozzetti in divenire certo, eppure un qualcosa che l’anno successivo – il 2005 – porta a un 7’’ split con gli amici newyorchesi Grizzly Bear per il capitolo “I” come “Indie” della collana Alphabet Series della Tomlab. Di seguito arrivano delle date in giro per l’Europa e infine l’attuale esordio con una lineup, nel frattempo, cresciuta a sei elementi. Non si tratta di un ensemble, dichiara Sindri “Lavoro praticamente da solo”, afferma il cantautore, “La band non suona mai assieme. I ragazzi vengono in studio e poi faccio della loro partecipazione un qualcosa. Così è sempre one-on-one, uno su uno. E il mio modo di controllare tutti per poi missare e masterizzare ancora in perfetta solitudine”. E in The Ghost That Carried Us Away a catturare è proprio la coesione e la varietà dei brani.

Fonte: sentireascoltare

Recensione di ondarock

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Ultima modifica di Fljotavik il sab set 05, 2009 6:04 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » sab set 05, 2009 6:00 pm

I Seabear sono sostanzialmente la creatura di Sindri Màr Sigfùsson...


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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » sab set 05, 2009 6:07 pm

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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » lun giu 28, 2010 12:42 pm

E' uscito il nuovo album We built a fire e sorprendentemente è distribuito anche in Italia grazie a Morr Music.

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Re: Seabear

Messaggioda volo silente* » lun giu 28, 2010 1:44 pm

max sei merviglioso! apri il thread e ti rispondi pure da solo!! :D

Grazie per la segnalazione!
Ultima modifica di volo silente* il lun giu 28, 2010 6:16 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Seabear

Messaggioda aleinn á ný » lun giu 28, 2010 5:36 pm

ascolto finito: non mi hanno fatto accappottare la pelle come uno Sharpei e do la colpa alle non poche uscite alla King of convenience.
voto 5/10 ma non sono cattiva, è che mi disegnano così.
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Re: Seabear

Messaggioda :Kefari: » mar giu 29, 2010 8:15 pm

ascoltando adesso...non conoscendoli aspetterò di approfondire maggiormente...
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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » ven lug 02, 2010 10:52 am

volo silente* ha scritto:max sei merviglioso! apri il thread e ti rispondi pure da solo!! :D


Che ci vuoi fare! :blink:
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Re: Seabear

Messaggioda volo silente* » ven lug 02, 2010 10:54 am

li ho sentiti ieri sera nel concerto in streaming su inspiredbyiceland.com. non mi hanno entusiasmato per niente...
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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » ven lug 02, 2010 11:10 am

Devo ancora ascoltare il nuovo "We built a fire", ma a dir la verità neanche a me piacciono granchè (...a parte qualche canzone). Preferisco i Benni hemm hemm e ovviamente i Rokkurro.
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Re: Seabear

Messaggioda :Kefari: » ven lug 09, 2010 10:24 am

Fljotavik ha scritto:e ovviamente i Rokkurro.


esatto,idem per me, ho ascoltato We built a fire e devo dire che non è male,ma nemmeno così esaltante.Sufficiente ma non eccellente..
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Re: Seabear

Messaggioda julio hammaurabi » mar ago 17, 2010 12:21 pm

il problema che mi si è posto qualche settimana fa, in un assolato e noioso pomerriggio di giugno fu quello di trovare una fonte di dissetamento della mia feroce sete di musica, in qualche gruppo islandese del sito dei sigur ros, dove ogni tanto andavo. ma cosa cercare?? Gus Gus? naah. Rokkuro? sentiti e strasentiti.Mum? troppo famosi. Bjork?seee... allora decido di andare alla cieca e di andare a vedere su youtube il primo gruppetto del cazzo di cui avrei letto il nome. il risultato è stato scaricare l'intera biografia e dopo tutto questo tempo, accorgersi che mi stanno anche sui coglioni i seabear, apparte qualche dovuta eccezione. ma allora, mettendo nella playlist dell'mp3 solo canzoni come cold summer o i need a home, credevo di essere al sicuro. purtroppo ho scoperto che uno di questi piccoli capolavori di questi 5 o 6 islandesini, è stato brutalmente venduto(cold summer) per un finale strappalacrime e intenso di una puntata di Grey's Anatomy. allora fermo il gioco un momento e dico:"Allora siete delle grandi teste di cazzo. su 10000 canzoni che parlano di alberi uccellini animali vento fra i capelli a me me ne garba una, e proprio quella lì la devi vendere a quei coglioni!". insomma è scattato in me un complesso riconducibile alla voglia di (per una volta) essere originale, e non scaricare canzonette che ogni cittina o peggio proprio gli attori di gossip girl vanta di avere nell'ipod. scusate, volevo andare in islanda a studiare la lingua, ma se sono tutti delle grandi teste di cazzo come questi qui, allora lascio perdere.
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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » mar ago 17, 2010 5:55 pm

Beh non sono assolutamente d'accordo con te. O ti piacciono o no (e questo vale in generale e non solo per i Seabear)! Che vuol dire che non li apprezzi più solo perchè una canzone è stata utilizzata in una serie televisiva. E poi che ne sai tu che la canzone in questione sia stata venduta e non sia stata utilizzata senza il consenso del gruppo (sai quante volte accade).
Se può consolarti io ricordo benissimo un episodio di CSI (quello originale, il primo intendo) nel quale per una scena di un'autopsia come colonna sonora era stata usata "svefn-G-englar", e non qualche secondo ma tutta per intero. Che dici adesso! Cambi idea anche sui Sigur che manco sanno che le loro canzoni vengono strautilizzate in ogni dove? :shock:
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Re: Seabear

Messaggioda Fljotavik » mar ago 17, 2010 5:58 pm

insomma è scattato in me un complesso riconducibile alla voglia di (per una volta) essere originale, e non scaricare canzonette che ogni cittina o peggio proprio gli attori di gossip girl vanta di avere nell'ipod.


Ma questi manco sanno chi sono i Seabear! Manco sanno dove si trova l'Islanda...o forse credono che si tratti di un nuovo locale alla moda! :D
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Re: Seabear

Messaggioda julio hammaurabi » mar ago 17, 2010 10:40 pm

ho capito, ma mica possono sempre utilizzare le canzoni senza autorizzazione! voglio solo dire che con queste "uscite" mi riesce difficile capire se mi piacciono o no, proprio perchè (molto probabilmente da demente) mi sento ferito nell'orgoglio da questi 5 dementi con il golf e con le chitarrine. mi dispiace ma è così. la prima volta che ho visto i jane's addiction li credevo molto meglio.mi sono messo a piangere da quanto era brutto perry farrell. vabbè. cazzi acidi.
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