Recensiamo il concerto di Lucca.
Inizio con questa trovata in rete..
"La terza data italiana del tour europeo dei Sigur Rós è stata lo scorso 27 luglio in occasione del Lucca Summer Festival. Probabilmente il pubblico avrebbe gradito assistere al concerto con un clima un po' più "islandese", ma nonostante il caldo torrido e l'afa toscana la band di Reykjavík ci ha regalato uno spettacolo da brividi.
TRAILER: il Lucca Summer Festival è giunto ormai alla sedicesima edizione (che si concluderà il 30 luglio prossimo) vantando una grande esperienza organizzativa, oltre all'alta qualità degli eventi proposti. In particolare quest'anno il palco di Piazza Napoleone è stato calcato sia da grandi artisti che hanno fatto la "storia", ed è il caso di Neil Young & Crazy Horse, Leonard Cohen, Nick Cave and the Bad Seeds, Mark Knopfler, ma anche da band più recenti e, alcune, mainstream come Litfiba, The Killers, Bryan Adams, Diana Krall e Thirty Second to Mars. Il caso dei Sigur Rós è a metà strada. La band islandese solo recentemente ha cominciato a riscuotere un forte successo a livello mondiale, tant'è che la data del 26 luglio a Ferrara ha registrato sold-out. Con la pubblicazione del loro ultimo lavoro i Sigur Rós si sono avvicinati a sonorità abbastanza "inaspettate" per chi era abituato ai loro precedenti album come Von, Ágætis Byrjun, () e Takk... ; Kveikur sembra segnare un nuovo inizio, dovuto probabilmente all'abbandono del loro fondamentale polistrumentista e arrangiatore, Kjartan Sveinsson, e pare quasi che i rimanenti tre componenti si siano musicalmente "incattiviti". La dolcezza e le placide nenie degli esordi vengono messe da parte per dare spazio a ritmi più serrati, in cui il vigore di basso e batteria la fanno da padrone, dando vita a delle vere e proprie esplosioni di suono.
CAST: undici elementi che compongono una mini-orchestra, ci sono infatti tre archi e tre fiati, senza contare svariati altri strumenti presenti sul palco. Jónsi, con la sua voce eterea e la chitarra suonata con l'archetto del violoncello, probabilmente è il personaggio più affascinante e ipnotizzante del gruppo. Piazza Napoleone è gremita, il sole è tramontato ma fa ancora un caldo asfissiante, il buio comincia a calare, ma le luci del palco si accendono appena in tempo. Si parte con due brani del nuovo album, Yfirborð e Brennisteinn, ed è subito uno spettacolo maestoso; arriva anche una leggera brezza a rinfrescarci gli animi.
FOTOGRAFIA/SCENOGRAFIA: nella già splendida cornice lucchese si erge il palco che è decorato e illuminato con numerose lampadine, la cui intensità e accensione si adatta continuamente alle melodie; sembrano delle lucciole e danno vita ad un'atmosfera trasognata. I Sigur Rós continuano con una Glósóli che mette i brividi e fa venire la pelle d'oca anche con i 40° percepiti; rispolverando i vecchi album eseguono Vaka, Ísjaki, Sæglópur, Olsen Olsen e poi Svefn-g-englar e la voce di Jónsi è così acuta da scombussolare l'equilibrio emozionale. Si va avanti con le più recenti Hrafntinna e Varúð.
PREMIO OSCAR: probabilmente perché è il più conosciuto, Hoppípolla è stato uno dei brani che ha davvero unito pubblico, forte di un ritmo ascendente. Uno dei punti a favore delle performances dei Sigur Rós è che vi si può assistere senza doversi sorbire il (legittimo) canto del vicino di concerto, visto che l'islandese e l'hopelandic non sono lingue così comuni, e quindi in totale adorazione, quasi come se loro fossero entità trascendenti pronte a dissolversi nel nulla alla fine della serata. Seguono Með Blóðnasir, Kveikur e Festival, durante la quale Jónsi tiene una nota per circa un minuto. Alla fine ci urla qualcosa in islandese, come se potessimo capire, si spengono le luci e vanno via. Richiamati sul palco a gran voce, tornano poco dopo regalandoci Í Gær, a cui segue l'esplosione conclusiva con Popplagið, tant'è che Jónsi si lascia andare e urta facendo cadere, prima per caso e poi appositamente, alcune lampadine presenti sul palco; il suono diventa sempre più potente e violento e ad un certo punto ho il terrore che sia pronto a sfasciare la chitarra stile Brian Molko, ma non lo farà.
Un imponente saluto da parte di questi esseri che sembrano tutto, tranne che umani.
SULLA VIA DI CASA: ancora in estasi, le parole da spendere sono ben poche. La certezza è che i Sigur Rós si siano dissolti nell'aria, nello stesso momento in cui si sono spente le luci del palco".
fonte: fusoradio.net